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About Vanessa Navicelli

Sono una Raccontatrice di Storie. Spero belle. E spero tante. Dopo anni di bottega a imparare il mestiere, mi pare di essere diventata una buona artigiana della scrittura. Così, da quest'anno (2014), inizio la mia avventura come autrice indipendente, con il libro "Un sottomarino in paese".

Chi è la Merilù?

recensioni MerilùLa Merilù è una signora dolce e paffutella.
Socievole e sorridente.
Gentile con l’universo intero.

Ama i fiorellini e i dolcetti (offritele un biscotto e ve la farete amica per sempre).
Se Winnie The Pooh dovesse incarnarsi in un essere vivente… ecco, sarebbe la Merilù!

Il suo migliore amico è Angelo, un cagnolone che le arriva alla vita, un pastore dei Carpazi di 70 kg. Angelo ha lo stesso carattere della Merilù e ama le stesse cose.
[Cercando in Internet, descrivono la sua razza così: “Carattere tenace, indipendente e istintivo. Insofferente nei confronti delle persone che non conosce.” Mmmh. Forse Angelo ha mentito. Non saprà neanche dove sono, i Carpazi. Dev’essere un cocker fuori misura, ecco.]

La Merilù fa amicizia con chiunque. Lei ama sinceramente il Prossimo. E il Prossimo, in genere, se ne accorge e apprezza.
La parola più aggressiva che le abbia sentito usare è: “Maleducato!”
(In casi estremi, può anche arrivare a “cattivone” o “bruttone”.)

Ah, dimenticavo.
La Merilù… è anche mia mamma. [Io ho preso da mio padre.]

***

Mi serviva qualcuno che si occupasse dell’angolo delle recensioni.
Un collaboratore esterno, insomma.
Certo, un giornalista o un critico letterario sarebbero stati perfetti.
Ma questi son tempi di crisi, una si deve anche accontentare e così ho pensato alla persona che avevo più a portata di mano.

“Mamma…”
“Sì, Vane?”
“Ti andrebbe di occuparti dell’angolo delle recensioni del mio blog?”
“Uh, sì sì, che bello! E posso cominciare col recensire il tuo, di libro?”
“No che non puoi.”
“Perché no?”
“Perché sa un po’ di autoreferenziale, mamma!”
“Ma guarda che io scriverei esattamente quello che penso, tesoro.”
“E no, tesoro no! Su, manteniamo un po’ di distacco professionale.”
“Va bene, signorina direttrice.” (Ride)

Sento che mi pentirò di questa rubrica…

Ah, ci sono alcuni limiti.
Non può leggere libri horror, thriller e affini: si spaventa.
Non può leggere libri troppo lunghi: si addormenta.
In quanto a recensire film: raramente va al cinema, quindi solo quelli che passa la tv.
(Credo – temo – che altre restrizioni verranno fuori strada facendo.)

GIUGNO

Top Five _Png

1) Sarà scontato, ma… la messa online del mio libro! (Non ci credo ancora…)
Be’, anche la realizzazione del booktrailer (il primo della mia vita).

2) Gli amici. Tutti quelli che in questo mese che precedeva l’inizio della promozione libro e della messa online del sito mi hanno dato una mano, ci sono stati, e hanno fatto cose matte e affettuosissime.

3) La mia amica (di 6 anni) che mi telefona prima di andare a letto perché vuole parlare con me (e solo con me!) per rivelarmi un segretone (che chiaramente non posso dirvi).

4) I temporali (che mi hanno salvata da una precoce torrida estate, mentre ero ancora in pieno lavoro).

5) Le vacanze della “commessa che mi odia senza un perché”.
(Ma purtroppo ora sono finite. Spiace più a me che a lei.)

Lacrima facile (gruppo di auto-sostegno)

Lacrima FacileIo piango tantissimo.
(Detto così, sembra quasi me ne voglia vantare. No, è solo una presa di coscienza della situazione.)

Se sono felice, se sono triste, se sono arrabbiata.
Se qualcuno è gentile, se qualcuno è sgarbato.
Se leggo un bel libro, vedo un bel film, ascolto una bella musica.
Se qualcuno mi racconta una bella storia.
A volte penso che il motto del mio subconscio sia: “C’è sempre un buon motivo per piangere!”

Ovviamente (come si deduce anche dalle situazioni che ho elencato) ci sono vari tipi di pianto.
Ce ne sono tantissimi, in effetti.
Di dolore. Di commozione. Di felicità. Di rabbia. Di stanchezza. Di frustrazione.
Tanti altri.
E io li frequento tutti!

Con film, musica, libri è un disastro.
Perché, vedete, il punto è questo: se una cosa mi ha fatto piangere una volta… mi farà piangere per sempre. Ogni volta che la ri-vedrò, ri-ascolterò, ri-leggerò. Sempre come fosse la prima volta.

Un esempio su tutti. Il film “Il piccolo Lord” (tratto dal romanzo di Frances Hodgson Burnett, la stessa autrice de “La piccola principessa” e “Il giardino segreto” – uno più commovente e strappalacrime dell’altro).
Ma torniamo al piccolo Lord.
Il duo Ricky Schroder & Alec Guinness… chi può resistergli?!
Lo so. È un film che spinge biecamente l’acceleratore sul sentimentale. Non è che non me ne accorga, ma… per me è devastante.
Quel bambino lì e suo nonno e sua mamma e il lustrascarpe e il droghiere e la gente povera del villaggio… Io arrivo alla fine del film con due occhi gonfi tipo un pugile a fine incontro.
E mentre sono ancora aggrappata al fazzoletto, singhiozzante… il colpo di grazia. La mamma che sbuca da dietro l’albero di Natale. Che colpo bassissimo!
A quel punto, mi sentono singhiozzare in tutto il condominio.
(È un gran bieco individuo anche il tizio che ha composto la colonna sonora. Ah, non gliela perdono. Mi deve pile e pile di fazzoletti di carta!)

Se siete facili al pianto (o se volete capire meglio qualcuno che amate e che è facile al pianto), passate a trovarmi in questa categoria.
E portate dei fazzoletti!

Come dice una frase di “Fiori d’acciaio” (altro film su cui singhiozzo vergognosamente da sempre):
“Ridere attraverso le lacrime è una delle mie attività preferite.”

Faccia a faccia

faccia a facciaStavo rivedendo quel film con Bruce Willis, “Faccia a faccia”, in cui lui incontra se stesso bambino (di 8 anni).
Non si piacciono. Ma proprio per niente.
E da lì nascono tutta una serie di vicende e di ripensamenti su come potrebbe essere diversa la loro vita, sia nel presente che nel passato.

Be’, comunque.

Lo stavo guardando e mi è venuto da pensare a cosa direbbe la me di 8 anni della me di oggi.

Ero molto sicura (forse come tutti i bambini) di quello che volevo e di come sarebbe stato il mio futuro.
Certezze. Le strepitose certezze dell’infanzia! Eh, belle…

Ed ero anche molto testarda. (Lo sono ancora. Ma strada facendo ho imparato che, a volte, contro certe cose, proprio non puoi far niente. Ma allora no, allora ero convinta che “da grande” avrei potuto sistemare ogni cosa al meglio, sempre. Eh…)

Mi sento di ipotizzare (con un certo margine di sicurezza) che se la me di 8 anni si trovasse di fronte alla me di oggi… avrebbe una crisi isterica.
Dovrei imbottirla di ansiolitici.
(Cosa naturalmente pessima da fare coi bambini, certo certo! Voi, a casa, non fatelo. Lo faccio giusto io con la proiezione di me stessa “ottenne”.)

“Cosa è successo ai miei sogni?!”
“…”
“COSA HAI FATTO DELLA MIA VITA?!”
“Be’, se permetti, ora è la mia di vita. E comunque mi spiace, ma i tuoi sogni non sono più i miei e così…”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!”

Uff. Odio sentire i bambini urlare.
Anche quando “i bambini” sono io.
Non sarà un confronto facile. Eeeeeh no.

Che l’avventura abbia inizio!

che l'avventura abbia inizioCi siamo. Ora ci siamo.

Sono passati 9 mesi esatti da quando ho iniziato questo progetto (il tempo di una gravidanza!).

Premessa: scrivo da tanto. Ho fatto tutta la gavetta che ho potuto. Ho fatto il possibile per crescere e migliorarmi, in questi anni.
Non che sia finita: no, no, c’è tanto da crescere ancora, ogni giorno! Però un po’ di traguardi li ho raggiunti.
Così, 9 mesi fa ho deciso di iniziare a studiare il mondo degli Autori Indipendenti.
(Non sapevo ancora in che impresa mi stavo mettendo… 🙂 )

Sono 9 mesi, eppure a volte mi sembrano 9 anni!
Ho “studiato” il self publishing, ho trovato dei collaboratori (non puoi pensare di fare un lavoro serio da sola), ho studiato le piattaforme e ho scelto quelle che ho capito essere le più affidabili, ho sbrigato burocrazia e fiscalità varie, ho curato il primo libro (che volevo pubblicare) meglio che ho potuto, ho deciso di aprire un sito e un blog e ho lavorato per idearli assieme alla web designer…
In un certo senso, ho creato una mia piccola casa editrice!

Sono entrata in un mondo completamente nuovo, un mondo di cui, fino a 9 mesi fa, ignoravo anche i meccanismi più semplici. E ora, invece, comincio a farne parte.
È una bella sensazione.
E lo è ancora di più perché arriva dopo un lungo periodo di gran lavoro, di lavoro su tanti fronti (partendo quasi da zero).
Non sapevo se ce l’avrei fatta. Davvero non lo sapevo.
Ho avuto così tanti dubbi, ripensamenti, paure…
Spesso ho pensato di essermi messa in un’impresa più grande di me.
E spesso ho pensato che se non la smetto di essere così implacabile, esigente e rognosa con me stessa, finirò per farmi diventar matta da sola!

In questi mesi (specie negli ultimi) ho fatto preoccupare tante persone che mi vogliono bene (hanno visto che non stavo reggendo troppo brillantemente al carico di responsabilità che mi ero auto-addossata).
Mi spiace che siano stati in pensiero. Anche perché… so di sicuro che ricapiterà ancora (causa mia orrenda indole, ansiosa e perfezionista). E me ne scuso già da ora!

Be’, comunque adesso ci siamo. Ci siamo davvero.
La base è stata costruita.
L’avventura comincia.

Se volete viverla con me… siete i benvenuti!