Io piango tantissimo.
(Detto così, sembra quasi me ne voglia vantare. No, è solo una presa di coscienza della situazione.)
Se sono felice, se sono triste, se sono arrabbiata.
Se qualcuno è gentile, se qualcuno è sgarbato.
Se leggo un bel libro, vedo un bel film, ascolto una bella musica.
Se qualcuno mi racconta una bella storia.
A volte penso che il motto del mio subconscio sia: “C’è sempre un buon motivo per piangere!”
Ovviamente (come si deduce anche dalle situazioni che ho elencato) ci sono vari tipi di pianto.
Ce ne sono tantissimi, in effetti.
Di dolore. Di commozione. Di felicità. Di rabbia. Di stanchezza. Di frustrazione.
Tanti altri.
E io li frequento tutti!
Con film, musica, libri è un disastro.
Perché, vedete, il punto è questo: se una cosa mi ha fatto piangere una volta… mi farà piangere per sempre. Ogni volta che la ri-vedrò, ri-ascolterò, ri-leggerò. Sempre come fosse la prima volta.
Un esempio su tutti. Il film “Il piccolo Lord” (tratto dal romanzo di Frances Hodgson Burnett, la stessa autrice de “La piccola principessa” e “Il giardino segreto” – uno più commovente e strappalacrime dell’altro).
Ma torniamo al piccolo Lord.
Il duo Ricky Schroder & Alec Guinness… chi può resistergli?!
Lo so. È un film che spinge biecamente l’acceleratore sul sentimentale. Non è che non me ne accorga, ma… per me è devastante.
Quel bambino lì e suo nonno e sua mamma e il lustrascarpe e il droghiere e la gente povera del villaggio… Io arrivo alla fine del film con due occhi gonfi tipo un pugile a fine incontro.
E mentre sono ancora aggrappata al fazzoletto, singhiozzante… il colpo di grazia. La mamma che sbuca da dietro l’albero di Natale. Che colpo bassissimo!
A quel punto, mi sentono singhiozzare in tutto il condominio.
(È un gran bieco individuo anche il tizio che ha composto la colonna sonora. Ah, non gliela perdono. Mi deve pile e pile di fazzoletti di carta!)
Se siete facili al pianto (o se volete capire meglio qualcuno che amate e che è facile al pianto), passate a trovarmi in questa categoria.
E portate dei fazzoletti!
Come dice una frase di “Fiori d’acciaio” (altro film su cui singhiozzo vergognosamente da sempre):
“Ridere attraverso le lacrime è una delle mie attività preferite.”